Ciò che definiamo col termine di “ansia” è in realtà una complessa combinazione di emozioni e sensazioni tra le più sgradevoli, a cui nessuno di noi sfugge.
E’ esperienza così universale che riguarda tutti gli esseri viventi, animali compresi; si tratta di un’esperienza primitiva, originaria, che ha a che vedere con la propria salvaguardia ed è connessa fondamentalmente con un sentimento di paura di fronte ad una minaccia incombente, vera o presunta.
E’, insomma, una reazione d’allarme: tutti i sensi sono “accesi” e “protesi” a percepire il segnale di pericolo, ed il corpo si prepara ad affrontarlo con una serie di modificazioni che investono prevalentemente le funzioni vegetative (ritmo cardiaco e del respiro, sudorazione, ipermotilità viscerale ecc.). La massima e più preoccupante manifestazione di questo stato di cose è l’attacco di panico.
In realtà, i termini “ansia”, “ansioso” sono oggi inflazionati a tal punto che nel linguaggio corrente indicano tutto e nulla, e questa eccessiva approssimazione non aiuta un accostamento efficace al problema.
Per cercare di comprendere meglio questo malessere e quindi orientarci nella ricerca delle possibili risposte, partiremo da semplici riflessioni per le quali non è necessario essere “addetti ai lavori”, ma basta essere persone di buon senso.
L’ansia, come dicevamo, è un’esperienza diffusa e tanto penosa che, logicamente, tutti cerchiamo di allontanarla il più presto possibile.
In generale, tutti noi siamo sempre meno tolleranti al disagio ed alla fatica: l’abuso di farmaci ansiolitici è spesso conseguenza di questo atteggiamento; un’altra conseguenza è che, non tollerando minimamente l’ansia ed allontanandola al suo nascere, non ne comprendiamo l’origine e ci neghiamo la possibilità di imparare a gestirla.
Riflettendo sul tema in generale, possiamo grossolanamente distinguere tre categorie di ansia:
- ansia fisiologica
- ansia iper-reattiva
- ansia patologica
1. Ansia Fisiologica:
è quella a cui facevamo riferimento nella premessa; nel nostro contesto sociale è quella che ha meno incidenza. Legata ad un effettivo pericolo o minaccia, si presenta in circostanze di particolare e reale drammaticità (l’attesa di una diagnosi temuta, pericolo di un fallimento ecc…)
2. Ansia Iper-Reattiva
è la categoria più diffusa ai giorni nostri (interessa persino i bambini), a cui tutti noi possiamo prestare attenzione e che tutti possiamo imparare a gestire.
Essa è strettamente connessa al nostro stile di vita.
Si presenta a volte come ansia da prestazione, per la necessità di raggiungere obiettivi spesso troppo elevati ad es. in campo sociale (status symbol) o professionale/scolastico/sportivo (la nostra società ha posto solo per i vincenti); altrettanto frequentemente è legata alla preoccupazione di deludere aspettative che altri o noi stessi riponiamo nei nostri confronti.
Spesso inoltre si evidenzia in connessione con un sentimento di insicurezza: abbiamo sempre più bisogno di rassicurazioni (economiche, lavorative…) ed abbiamo in gran parte perso la capacità di rischiare e di affrontare gli imprevisti confidando nelle nostre risorse. Ci sentiamo tranquilli per ciò che abbiamo e non per ciò che siamo.
Le sollecitazioni del nostro contesto culturale sono così forti ed il condizionamento da parte dei modelli imposti è così massiccio che l’ansia facilmente non viene nemmeno riconosciuta come tale, ma viene direttamente trasformata in sintomo fisico, cioè viene somatizzata (cefalea, gastrite, colite…)
3. Ansia Patologica:
riguarda le situazioni in cui l’ansia è diventata una vera malattia, e lo stato ansioso sussiste ormai non più collegato a cause reali. La psiche e il corpo si comportano come se ci fosse una minaccia che in realtà non è presente. Il pericolo è quindi presunto e lo stato ansioso è costante.
Se l’ansia del primo gruppo è assolutamente realistica ed inevitabile ma, normalmente, transitoria, e quella del terzo necessita di veri e propri interventi di cura specialistici, anche farmacologici, è quella del secondo che può essere sottovalutata o addirittura non riconosciuta; essa quindi non deve essere ignorata perchè può stabilizzarsi e sfociare in un vero quadro patologico.
L’intervento di elezione in questo caso è psicologico ed è possibile utilizzare tecniche mirate e relativamente brevi (ad es. la tecnica comportamentale) che consentono la gestione dell’ansia, riducendo considerevolmente l’uso dei farmaci ed evitando l’instaurarsi di situazioni di disagio maggiormante problematiche.
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